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La narrativa storica comunemente accreditata sulla Seconda guerra mondiale associa gli U-Boot alla battaglia dell’Atlantico, come se la lotta per i convogli tra il nuovo e il vecchio mondo fosse isolata da eventi simultanei a terra e nell’aria. Si tratta però di un errore ormai quasi acquisito, poiché la guerra degli U-Boot non è esistita solo tra il 1940 e il 1943. Al contrario, la storia della seconda guerra degli U-Boot iniziò dal primo giorno di ostilità fra Germania, Gran Bretagna e Francia, e si concluse con l’affondamento dell’ultimo siluro il 7 maggio 1945. Gli U-Boot erano attivi in quasi tutti i teatri in cui prestò servizio la Wehrmacht e in tutti gli scenari marittimi, a esclusione dell’oceano Australe. Inoltre, i dispiegamenti furono spesso interconnessi, in virtù di quella che col tempo divenne una strategia navale sempre più inefficiente. Questo nuovo libro illustra il rapporto spesso diretto fra sottomarini e campagne terrestri, marittime e aeree delle potenze alleate e dell’Asse, sfatando alcune mitologie accettate e rivelando come il fallimento finale degli U-Boot derivò tanto dalla cattiva gestione militare e industriale tedesca quanto dai progressi degli Alleati nella decrittazione e negli armamenti.